Chi l’avrebbe mai detto che la carpenteria metallica sarebbe diventata una forma d’arte all’avanguardia?
Di sicuro Joe Rush, l’uomo che, a metà degli anni ’80 fondò, assieme a un gruppo di performer e scultori, molti dei quali meccanici e professori appassionati di fantascienza, La Mutoid Waste Company.
Famosi in tutto il mondo per le loro opere d’arte i Mutoidi (questo il nome con cui sono conosciuti in Italia) realizzate spesso con materiale ferroso di recupero, nacquero in Inghilterra ma, all’inizio degli anni ’90 trovarono la loro nuova ‘casa’ a Sant’Arcangelo di Romagna, da dove ancora oggi, 30 anni dopo il loro arrivo, partono e tornano come nomadi metropolitani.
Le loro opere si caratterizzano come sculture giganti composte assemblando vecchie parti di automobili e di macchinari industriali. Ed è grazie all’indubbia creatività del collettivo che
vecchie lamiere vengono trasformate ad esempio in robot o in mezzi di trasporto, a metà strada
tra opere d’arte cyberpunk e gioielli di meccanica. Le loro stesse abitazioni erano (e sono) costituite da vecchi rottami riciclati e scarti industriali di una società sempre più consumistica. Come ogni movimento artistico, del resto, i Mutoidi usano le loro opere come strumento di comunicazione di un messaggio che, nella fattispecie, è di denuncia verso la società contemporanea vista come smisuratamente consumistica e disumana.
Al netto di come la si pensi circa il messaggio lanciato dal collettivo, noi di Dimec troviamo le loro opere d’arte davvero affascinanti e suggestive, per questo abbiamo pensato di mostrarvene qualcuna qui, sul nostro blog.